La mia passione per la fotografia inizia all'età di nove anni, quando i miei genitori mi regalarono "Il piccolo fotografo" della allora mitica Ferrania.
Era una scatola che conteneva una macchina fotografia 6x6 in plastica, con allegati 2 rullini di pellicola BN, un kit di sviluppo e fissaggio per pellicole e carte, una confezione di carta BN, un marchingegno per la stampa a "torchietto", vaschette e sviluppatrice per pellicola. Mi rammento, come fosse ora, l'entusiasmo e la sorpresa nel vedere apparire le prime immagini su quei fogli. Erano immagini grigie, talora slavate, ma per me magiche e bellissime.
Un impulso alla mia passione venne poi dal padre Bianchi, insegnante di inglese presso la scuola che frequentavo e la cui immenso amore per la fotografia lo spronò a dare vita al "Circlo Fotografico Leone XIII" tanto da rendere disponibili ben 3 laboratori fotografici, in uno dei quali eravamo in grado di attuare addirittura la stampa a colori.
Tempi eroici quelli in cui per ottenere un risultato decente a colori si impiegava tutto un pomeriggio per una sola fotografia! Un altro importante incoraggiamento venne poi da mia moglie, donna eccezionale, che mi consentì di ampliare il "parco macchie" regalandomi la mitica Hasselblad, con la quale girai per la Germania e l'Olanda (altro che compattine!) e che mi ha sempre sostenuto con amore e santa pazienza. L'amore per i viaggi sia in Italia che all'estero, mi permisero di affinarmi nel ritratto, nel reportage e nella street: i miei filoni preferiti.
La solida amicizia con i padri missionari del PIME ed in particolare con il padre Sacchi, mi aprì orizzonti nuovi ed affascinanti. Il poter unire l'esperienza di medico in terra di missioni a quella di fotografo, mi consentì, e tuttora mi consente, di vivere esperienze umane e profonde presso i popoli del terzo mondo. Di poter vivere con loro e scoprire usi, costumi, religioni e modi di vivere che a un qualunque turista sicuramente sfuggirebbero. Da queste emozioni sono nati molti reportage sociali ed altri ne scaturiranno: Guinea Bissau, Amazzonia, Camerun ecc.
Oggi il reportage sociale occupa una fetta importante della mia esperienza di fotoamatore e intravedo nel mio futuro un impegno via, via crescente.
Al mio attivo ho diverse mostre personali in Italia e Messico, finalista al concorso SONY WORLD AWARDS del 2010, numerose pubblicazioni su riviste italiane, conferenze alla scuola di fotogiornalismo di Senigallia e all’università UNAM di Città del Messico sul reportage.