LE TETTE DI FACEBOOK, OVVERO LA STUPIDITÀ DELLA CENSURA IN FOTOGRAFIA.
È di non molto tempo fa la doppia figuraccia che Facebook ha fatto censurando la famosa foto di Ut della bambina vietnamita, famosa icona della guerra del Vietnam.
Non contento, il social network, ha ripetuto la misera figura con la fotografia che ritraeva la famosissima statua del Nettuno collocata a Roma in piazza Navona.
Secondo il network erano troppo nude…
Ora io mi chiedo se questo comportamento sia dettato da un puritanesimo patologico, da una perversa interpretazione delle religioni o se le motivazioni siano dettate dall’ignoranza più becera di persone che non hanno nemmeno conseguito la licenza dell’asilo infantile.
Anch’io ho avuto una disavventura simile pubblicando un mio articolo sulla fotografia di Robert Mapplethorpe in cui in testata compariva questa fotografia:
Non oso pensare cosa farebbero con la fotografia della Venere di Botticelli, del David di Donatello, con le figure della Cappella Sistina, per non parlare delle fotografie di autori come Mapplethorpe (già fatto) o di Adriano Garĉia Alix o Newton o di Rong Rong.
Ora io non credo che le motivazioni siano da ricercarsi in un classico puritanesimo tipico del Maine, anche se magari uno come Zuckerberg possa vantare ascendenti in quella cultura o essere nato lì (francamente non so dove sia nato, né mi interessa!).
Altrettanto improbabile credo che le cause di tanto zelo risiedano nella paura di offendere certi credo religiosi. In tal caso su Facebook non dovremmo trovare immagini scabrose di gratuita violenza o pagine che inneggino al razzismo o al bullismo o, peggio ancora, dove trovino spazio commenti che inducano al suicidio o all’omicidio.
Credo che immagini decisamente pornografiche, giustamente, non abbiano spazio in un social network: la degradazione della donna o dell’uomo a puro oggetto feticistico, privato di ogni sua dignità di persona e di essere pensante con capacità affettive, ritengo trovi tutti concordi in un corale rifiuto, senza essere bigotti.
Allora non resta che la stupidità, che è una caratteristica propria delle persone ignoranti. E qui l’ignoranza è padrona, padrona di menti aliene dall’avere mai letto un libro, mai andate in un museo, mai visto un programma televisivo culturale (sempre che esistano…) e mai nemmeno andate oltre l’asilo infantile.
Pensate che per riammettere la fotografia di Ut, ci sono voluti giorni e, se è vero quello che si dice, discussioni interminabili tra improbabili manager petocefali (non anencefali, proprio petocefali), il cui livello medio di capacità intellettive non può andare oltre un singolo, misero neurone decerebrato.
Ma come si fa a gestire un social così ampio con una mentalità così retriva?
Ecco, io non vorrei che magari vi siano state anche spinte o segnalazioni di persone assidue frequentatrici di questo network, che magari scrivono solo commenti da ignoranti insensati o che abbiano problemi di tipo prettamente psichiatrico, nel qual caso, fossi nei cani da guardia di nudo su Facebook, sicuramente cancellerei a vita costoro e non certo la fotografia con un nudo d’arte.
Comunque sia, certamente la figuraccia stercoracea che hanno fatto, rimane come una macchia indelebile sulla serietà, il livello culturale e intelligenza di chi, da dietro le quinte, manovra le fila di Facebook.